Torno dopo mesi e mesi a scrivere sul mio amatissimo blog.
Non stupitevi, quindi, se nel frattempo ho perso la capacità di scrittura... spero possiate perdonarmi in caso (e qui mi rivolgo ai miei tre lettori assidui capitati per sbaglio su questa piattaforma).
In breve, sono stata così tanto assente per diversi motivi, il primo è stato l'inizio del nuovo semestre universitario; credetemi che tornare a casa tutti i giorni alle otto, ti fa passare perfino la voglia di leggere le etichette dei detersivi quando sei al bagno; il secondo motivo è stato l'arrivo di un fidanzato fantastico che ha pensato bene di stravolgere la mia routine dedicandomi amore, tempo e cibo. Quindi capitemi se, in questi mesi intensi, ho avuto la testa completamente altrove che nemmeno il Dottor Manhattan (non che di solito non ce l'abbia, quindi pensate un po' voi...).
Tuttavia, ciò non ha di certo spento la mia passione per la scrittura e per il cinema, quindi, appena arrivate le vacanze natalizie, ho pensato bene di tornare su questi schermi.
Il film di cui voglio parlare oggi, è l'ultimo film d'animazione targato Pixar, uscito nelle sale il mese scorso: Il Viaggio di Arlo.
Ammetto di essere andata al cinema con non poche apprensioni (e col mio ragazzo ahah), dal momento che solo due mesi prima, la Pixar ci aveva già regalato un altro prezioso gioiellino (Inside Out), per non parlare di tutti i commenti poco convinti di chi era già andato a vederlo. Ma come avrei potuto non correre al cinema?! Il trailer mi aveva stregato e poi, da amante dei dinosauri quale sono, ero troppo entusiasta all'idea di un film d'animazione con loro come protagonisti!
Inizio subito dicendo che questa pellicola non ha deluso assolutamente le mie aspettative, anzi, mi sono stupita che gli autori fossero riusciti a ideare un altro piccolo capolavoro in così poco tempo. Non è mia intenzione paragonare "Il Viaggio di Arlo" ad "Inside Out", perché sono due film e due storie completamente diverse, quindi evito subito di fare confronti dovendo essere costretta per forza a decidere quale dei due sia migliore o peggiore.
"Il Viaggio di Arlo" ha una trama molto semplice, si vede che il target mira ad un pubblico molto più giovane rispetto ad "Inside Out", tuttavia non manca (come al solito) di essere pregno di grande profondità e carica emozionale. La storia è incentrata sulla voglia del protagonista (Arlo) di riscattare la propria condizione di mediocrità e di codardia che l'ha sempre caratterizzato fin dalla nascita; Arlo ha avuto persino paura di uscire dall'uovo in cui si trovava, a differenza degli altri sui fratelli che hanno sempre dimostrato di saper affrontare il mondo senza alcun timore. È per questo motivo che spesso il piccolo dinosauro viene preso in giro, dato che ha persino paura di affrontare un gruppo di galline (come dargli torto?!); sarà solo dopo un tragico episodio e la conoscenza, divenuta poi amicizia, con un bambino nemico/amico, che Arlo imparerà ad affrontare il mondo esterno dal quale si era sempre voluto proteggere. Un viaggio, come il titolo ci richiama alla mente, caratterizzato da una crescita interiore, non solo per il superamento delle fobie del protagonista, ma una crescita intesa anche come apertura verso il mondo stesso, come ci dimostra l'amicizia tra lui e Spot, apparentemente diversissimi, ma uguali allo stesso tempo. Segnati entrambi da un dolore incolmabile come la perdita dei genitori. Interessante notare come tra i due ci sia un dialogo non fondato sulla comprensione reciproca del linguaggio, ma caratterizzato da una comunicazione prettamente gestuale o indiretta. Una scelta stilistica che ho apprezzato tantissimo (mi ha richiamato alla mente "Tarzan", film Disney focalizzato interamente sul concetto di diversità e su un dialogo quasi inesistente ma comprensibile al tempo stesso).
Il film è apprezzabile anche per la bellissima grafica computerizzata che come sempre la Pixar sa regalarci; in questo particolare caso vorrei soffermarmi sul modo meraviglioso che hanno trovato per realizzare l'acqua, tanto da sembrare vera (ma già sapevamo di quello che erano stati capaci di fare in "Alla ricerca di Nemo").
Bellissime naturalmente anche le ambientazioni!
Se devo essere sincera, non ho trovato particolari carenze del film, come molti invece hanno sostenuto, dicendo che fosse un'accozzaglia di altri film d'animazione Disney. L'ho apprezzato per la sua semplicità ricca però di potente carica emotiva, una pellicola capace di farti commuovere ma allo stesso tempo strapparti un sorriso, ed è quello che ogni cartone animato ha lo scopo di essere. Quindi, prima di giudicare basandovi solo sulle recensioni di famosi giornalisti o YouTuber (ormai ci si son messi anche loro), abbiate la possibilità di vederlo per decidere voi stessi da che parte stare.
Voto: 8
Eleonora Giovannini ©