Non c'è mai stata un'epoca più entusiasmante di questa in cui vivere, un tempo di crescenti meraviglie e di progressi eroici. Come dicono in Ritorno al Futuro: "Strade?! Dove stiamo andando non c'è bisogno di strade!"
Ed è proprio da questa citazione che parte la mia lecita domanda: come mai, Ronald Reagan, citato e preso in giro nel film in questione, decide di inserire in un discorso alla Nazione, proprio una frase in esso contenuta? Provocazione?
Perché, se la memoria non mi inganna, nel film c'è proprio un dialogo tra Marty e Doc in cui Reagan non viene propriamente elogiato.
Doc: Chi è il presidente degli Stati Uniti?
Marty: Ronald Reagan
Doc: Ronald Reagan? L'attore? Ah, ah. E chi è il vicepresidente? Jerry Lewis?
Adesso capite il perché del mio dubbio esistenziale? Non credo che Reagan avrebbe accettato così bonariamente una citazione simile, senza almeno ribattere su qualche rivista o giornale cercando di riscattarsi. Per cui ecco che un'altra domanda mi sorge spontanea: e se in verità, Ritorno al Futuro, non fosse altro che un manifesto (furbamente) nascosto dell'ideologia politica di Reagan, votata al conservatorismo?
Mi sono documentata al riguardo e, contro ogni aspettativa, ho scoperto diverse cose interessanti!
In primis, che non sono l'unica ad essermi posta una tale domanda (anzi, su Sky qualche anno fa fecero addirittura un documentario che spiegava questa chiave di lettura del film!), seconda di poi, le interpretazioni che ho letto, sono del tutto possibili e perfettamente coerenti da un punto di vista storico, politico e sociale.
So che molti di voi, specie se affezionati (come me del resto) alla saga, storceranno un po' il naso, tuttavia per quanto mi riguarda, è affascinante scoprire questi lati nascosti dei film di cui pochissimi sono a conoscenza... e non chiamateci complottisti!
Procediamo dunque per gradi.
La fonte in cui mi sono imbattuta è stata un documento di Fred Pfeil, tratto dal suo libro Politics and Narratives in Postmodern Culture, nel quale accusa Ritorno al Futuro di veicolare un messaggio conservatore.
Infatti, quando Marty torna al 1950, nel film questo periodo storico viene dipinto come il migliore possibile, a differenza degli allora correnti anni '80. Ed è proprio quello che Reagan ambisce a fare come presidente degli Stati Uniti, ovvero riportare il popolo americano al modello di vita di quell'epoca, considerato il migliore per eccellenza. Nel film, gli anni '50, sono descritti con grande entusiasmo e il regista manca di muovere delle implicite critiche a quelli che allora erano degli stili di vita decisamente fuorvianti, come ad esempio l'ambizione del sogno americano (da doversi compiere a qualsiasi costo), per non parlare della mancata emancipazione femminile e una religiosità spinta al bigottismo nelle famiglie "tipo" americane. Non solo, ma anche la musica di allora viene descritta come "migliore di sempre" e il protagonista sembra accettare quasi passivamente il passato senza ricordarsi che viene dagli anni '80, anni in cui si era reduci dai movimenti studenteschi del '68, dalla rivoluzione sessuale e dalla musica dei Beatles.
In questa ottica, la citazione da cui sono partita per scrivere questo intervento, acquisterebbe di senso. Ovvero, non esistevano nuove strade per il futuro semplicemente perché non era l'obiettivo di Reagan andare in contro ad esso. Non c'era bisogno di strade semplicemente perché esistevano già ed erano quelle del passato verso le quali il presidente voleva tornare.
Chissà, magari al film sarà stato concesso di diventare un grande cult proprio perché all'epoca Reagan si rese conto che la pellicola poteva (senza che nessuno se ne rendesse conto) far tornare nel pubblico quella vena di nostalgia del passato che li spingesse ad aderire, anche attraverso il cinema, alla politica che egli stava mettendo a punto per il popolo americano.
Eleonora Giovannini ©
Infatti, quando Marty torna al 1950, nel film questo periodo storico viene dipinto come il migliore possibile, a differenza degli allora correnti anni '80. Ed è proprio quello che Reagan ambisce a fare come presidente degli Stati Uniti, ovvero riportare il popolo americano al modello di vita di quell'epoca, considerato il migliore per eccellenza. Nel film, gli anni '50, sono descritti con grande entusiasmo e il regista manca di muovere delle implicite critiche a quelli che allora erano degli stili di vita decisamente fuorvianti, come ad esempio l'ambizione del sogno americano (da doversi compiere a qualsiasi costo), per non parlare della mancata emancipazione femminile e una religiosità spinta al bigottismo nelle famiglie "tipo" americane. Non solo, ma anche la musica di allora viene descritta come "migliore di sempre" e il protagonista sembra accettare quasi passivamente il passato senza ricordarsi che viene dagli anni '80, anni in cui si era reduci dai movimenti studenteschi del '68, dalla rivoluzione sessuale e dalla musica dei Beatles.
In questa ottica, la citazione da cui sono partita per scrivere questo intervento, acquisterebbe di senso. Ovvero, non esistevano nuove strade per il futuro semplicemente perché non era l'obiettivo di Reagan andare in contro ad esso. Non c'era bisogno di strade semplicemente perché esistevano già ed erano quelle del passato verso le quali il presidente voleva tornare.
Chissà, magari al film sarà stato concesso di diventare un grande cult proprio perché all'epoca Reagan si rese conto che la pellicola poteva (senza che nessuno se ne rendesse conto) far tornare nel pubblico quella vena di nostalgia del passato che li spingesse ad aderire, anche attraverso il cinema, alla politica che egli stava mettendo a punto per il popolo americano.
Eleonora Giovannini ©