Ammetto, quindi, mio malgrado di essermi approcciata a The Young Pope con un grande scetticismo, aspettandomi il classico prodotto "alla Sorrentino". Che dire, sono stata felicissima di ricredermi sotto mille punti di vista. L'ho adorato, dalla prima all'ultima puntata.
Perché io ragazzi son così, se una cosa mi piace, mi piace, e sono la prima a ricredermi positivamente quando le mie aspettative vengono ampiamente ricompensate in maniera totalmente inaspettata.
Ma andiamo per gradi. The Young Pope è una serie tv prodotta da Sky Atlantic ed HBO che vede tra il cast un gran numero di volti noti del grande cinema internazionale (Sorrentino c'è da dirlo, ha una cerchia di amicizie piuttosto importanti) come Jude Law, Diane Keaton e James Cromwell.
Le vicende vedono protagonista il giovane papa Lenny Belardo, scelto per tale ruolo dagli altri cardinali allo scopo di farlo diventare un possibile burattino da poter manovrare a proprio piacimento per i loro scopi poco limpidi. Tuttavia Lenny, figura tormentata e controversa, si rivelerà essere tutt'altro che manipolabile, anzi, si dimostrerà essere molto fermo e deciso nelle sue posizioni, andando spesso contro la prassi del proprio ruolo.
Figura contraddittoria, questo giovane papa saprà farsi amare e odiare allo stesso tempo perché se da un lato vuole riportare la Chiesa alla sua arcaicità, come ad esempio con l'abolizione dei preti omosessuali, dall'altro è un uomo attento, buono, che si interessa del prossimo, degli emarginati, degli oppressi e di chi più di altri soffre. Un papa ma soprattutto un uomo capace di saper cambiare idea, di crescere. E' allo stesso tempo innovatore, fuma, rompe gli schemi, non vuole farsi fotografare in pubblico e rifugge qualsiasi norma burocratica del Vaticano.
E' proprio la sua figura tormentata a svelarci, col susseguirsi delle puntate, il suo dolore per l'abbandono dei suoi genitori quando era piccolo, e il seguente rapporto "burrascoso" con la figura di Dio verso cui prova sia odio che immensa devozione.
Sorrentino è stato in grado di regalarci una serie tv che assomiglia molto ad un'opera d'arte, che scorre come un libro che ci piace tanto da non voler arrivare all'ultima pagina. E' una serie tv che non giudica né si schiera a favore o contro la Chiesa e Dio, ma semplicemente espone i fatti e vuole raccontare una storia.
In questo caso, il regista è stato in grado di inserire in modo del tutto credibile e di grande effetto, delle bellissime immagini oniriche ed innovative che, nel caso di un contesto quale quello della fede, calzano davvero a pennello. Bellissimi anche i monologhi di Lenny, ricchi di pathos ma soprattutto sempre portatori di un messaggio di amore; l'amore che più di ogni altra cosa è al centro delle vicende umane e che la Chiesa stessa dovrebbe essere in grado di saper promuovere.
Una serie tv bella, da guardare anche (e soprattutto) se siete atei, perché pregna di un significato universale capace di arrivare a tutti.
10/10
Eleonora Giovannini