domenica 16 febbraio 2014

Rossana, simbolo dell'emancipazione femminile.

Quanti di noi si sono emozionati quando, tornati da scuola, ci catapultavamo davanti alla tv per goderci il nostro anime preferito, "Rossana"?
Se davanti a me ci fosse una folla numerosa, scommetto che tutti avrebbero alzato la mano. Ma per chi non avesse idea di cosa sto parlando, farò un breve riassunto della trama.
La storia narra le avventure di una ragazza di dodici anni che arriva in una scuola dove i ragazzi esercitano il loro "potere" non solo sulle loro compagne di classe, ma anche sui professori, i quali non sanno più che pesci prendere e sono disperati. Rossana decide quindi di risolvere la situazione, alzando la voce quando è necessario, riuscendo piano piano a ristabilire l'ordine all'interno della scuola e a far capire ai ragazzi i loro sbagli. Nel corso della storia, Rossana e il capo dei bulli, Heric, proveranno dei forti sentimenti l'uno per l'altra ed è così che lui riuscirà a cambiare.
Adesso torniamo a noi, il titolo del post parla chiaro e la dice lunga sullo spessore di questo cartone animato giapponese; se prendiamo come esempio anche solo la sigla italiana, ci possiamo fare un'idea di quanto appena detto. Questa infatti recita così.

"Qui nella nostra classe abbiamo un gruppo di ragazzi,
Che tratta gli insegnanti come fossero pupazzi,
- Ragazze state zitte altrimenti la pagate,
Perché a noi piace far così perciò non vi impicciate -. 
- No, noi non stiamo zitte e prendiamo la parola,
Per dire a tutti che non vi vogliamo a scuola -."

Ciò rappresenta una vera e propria novità nel campo della televisione, seppur con qualche notevole censura, degli anni 2000 (l'anime infatti viene trasmesso su Italia Uno proprio durante quest'anno, nonostante risalisse al 1995). Rossana rappresenta l'affermarsi del ruolo della donna nella società moderna, lei stessa è una piccola ragazza prodigio, tant'è vero che è un'attrice in carriera, quindi deve far fronte anche a tutti i rischi del mondo dello spettacolo, soprattutto nella sua giovane età. Inoltre è stata adottata. Nonostante questo però, la ragazza dimostra una grande forza di volontà, è una lottatrice che si mette in gioco in tutto e per tutto pur di ottenere ciò che vuole e pur di aiutare il prossimo. Il bello di questo anime è che, sì, mostra un lato femminista, tuttavia non denigra il ruolo dell'uomo, anzi, lo valorizza dimostrando come entrambi i sessi se uniti, possono dar vita a grandi cose, ciò è evidente nelle avventure che il personaggio si troverà ad affrontare, avventure fortunatamente prive di qualsiasi moralismo inutile. Ad esempio sarà proprio lei a scoprire il motivo per cui Heric si comporta in maniera aggressiva: sua madre è morta di parto e il padre e la sorella lo ritengono responsabile. Rossana, aiutandolo, diventa quindi il suo punto fisso, forse vede in lei anche la madre che non ha mai avuto.
Personalmente ritengo che questo anime sia particolarmente educativo, perché fa capire che ognuno di noi, se lo vuole davvero, può cambiare le cose. Che ognuno di noi è una piccola Rossana e che Rossana in realtà è in ognuno di noi. Bisogna combattere perché la vita non sempre ci riserva solo rose senza spine, ma anche limoni, per cui dobbiamo per forza trovare il coraggio di spruzzare il succo negli occhi di qualcuno.

Eleonora Giovannini ©

 

sabato 8 febbraio 2014

Ieri e oggi.

Ieri: "Rossana", "Pollon", "One Piece", "Lady Oscar", "Detective Conan".
Oggi: "Dora l'esploratrice", "Winks", "Peppa Pig", "Violetta".
Anche solo dai titoli si capisce subito la differenza abissale che esiste tra i cartoni animati di ieri e quelli di oggi. Ma andiamo per gradi.

• Con l'avvento degli anni 2000, il cartone animato di qualità è andato in crisi, o meglio, la televisione e le sue reti hanno fatto in modo di sostituirlo con programmi insulsi e brutti. Infatti, se c'è una cosa che proprio non tollero, sono gli estremismi. Sembrerà una banalità ma ciò che caratterizza principalmente l'odierna tv per bambini, sono semplicemente due estremi: la morale assente o la morale patetica.
Entrambe sono alla base del fenomeno di rincoglionimento portato avanti dai mass media. Se la morale non è presente, spiegatemi qual è la funzione del cartone animato, che in teoria, dovrebbe in un certo senso educare. La risposta è ovvia, lo scopo principale è quello di estirpare il pensiero critico dalle menti dei più giovani, così da farli diventare, un giorno, una massa informe di persone senza carattere, una bella confezione di omogeneizzati, tutti uguali e insapori.
Al contrario, se la morale è patetica, portata quindi all'esasperazione, il bambino la vedrà come una regola da seguire, imposta, che non farà propria ma la sottovaluterà.
Niente a che vedere con i cartoni animati di un tempo, che attraverso dei modelli impliciti riuscivano perfettamente a farti comprendere gli insegnamenti più giusti. Eri tu che lo capivi, senza il bisogno che qualcuno te lo ripetesse costantemente per tutta la durata del programma.

• I cartoni animati di oggi non riportano la realtà della vita, le situazioni che vengono riprodotte sono incredibilmente fittizie e banali; a questo proposito mi viene in mente il telefilm argentino "Violetta" che sta spopolando sia in Italia che all'estero. Ecco, io mi domando, perché?! Perché la televisione si permette di trasmettere ad un pubblico di bambine di cinque anni, una telenovela che ha lo scopo di porle in un'ottica sbagliata in corrispondenza alla loro età.
Per chi non lo sapesse, in breve, il telefilm è la solita solfa: la ragazza che ha un grande sogno (fare la cantante), si innamora di due ragazzi ma non sa quale scegliere, ci sono le amiche buone, le cattive che la ostacolano e dulcis in fundo, il lieto fine. A prescindere dalla trama orrenda, torno alla domanda di partenza, perché la televisione vuole che una bambina di cinque anni, guardando la telenovela, si preoccupi di questioni ancora lontane da lei? Perché vogliono farle crescere a tutti i costi, dando dei modelli del tipo "o è bianco o è nero" quando in realtà non è così? A cinque anni bisogna occuparsi delle cose di cinque anni, come andare in bicicletta, giocare a nascondino, rotolarsi sull'erba, aver paura del buio, abbracciare un orsacchiotto. Non mettersi il rossetto, trovarsi il fidanzato e desiderare la fama.

• Se i mass media hanno avuto la responsabilità della svalutazione del cartone animato, di conseguenza anche i bambini non sentono più la voglia di far volare la fantasia o di emozionarsi o di imparare davanti alla tv.
Mi ricordo che la mattina prima di andare a scuola c'erano "L'Albero Azzurro", "Pingu" che anche se non si capiva, si capiva! E quando tornavo da scuola mi aspettavano "Bim Bum Bam", "La Melevisione", "Art Attak!". Adesso non c'è più niente se non Barbara D'Urso, Mara Venier che parla di Sanremo anche ad Agosto e dei terribili telefilm polizieschi.

• Anche la qualità grafica del cartone animato conta. Chi pensa il contrario sbaglia. Ma vuoi mettere le "Winks" che sono così irreali, bombardate di colore con i paesaggi da fotografia, creati dallo Studio Ghibli, di "Heidi"? Per dire, a me quando guardavo "Heidi" veniva voglia di mangiare latte, pane e formaggio per tutta la vita.

• E poi basta, basta con questa storia che i cartoni animati sono solo da "bambini" nel senso di stupidi (come se poi i bambini fossero stupidi), quindi tanto vale non perderci troppo tempo e trasmettere merda. Ma d'altro canto questo è ciò che la società vuole, vuole preparare i bambini di oggi per farli diventare gli adulti da manipolare di domani. Ma nessuno fa niente perché i cartoni animati sono per le persone infantili.

George Orwell aveva ragione.


Eleonora Giovannini ©