Ed è proprio sulla parola "umanità" che mi voglio soffermare oggi; perché se è vero che il protagonista James B. Donovan è uno dei più illustri avvocati nella New York della guerra fredda, è anche vero che si dimostra perfettamente coerente con la morale giuridica e personale, cosa assai rara in quell'epoca storica.
Chiamato ad essere l'avvocato difensore di una sospettata spia sovietica, egli comunque svolge il proprio lavoro senza esser condizionato da alcuna ideologia di bandiera, anzi, spesso e volentieri verrà preso per pazzo a voler difendere fino in fondo, in maniera impeccabile, il proprio imputato.
E' interessante vedere come James Donovan voglia a qualsiasi costo essere fedele al proprio mestiere, facendo dell'imparzialità e della razionalità il proprio credo, nonostante questo gli costerà esporsi a dei gravi rischi, considerando il grande clima di tensione che l'America viveva durante la guerra fredda.
Ma gli incarichi per il nostro avvocato non finiscono qua, infatti, successivamente egli sarà incaricato dai servizi segreti della CIA di negoziare il rilascio di Francis Gary Powers (pilota americano finito a seguito di un incidente aereo in territorio sovietico), in cambio della spia russa catturata a New York che aveva avuto il compito di difendere.
In questa occasione, James Donovan sarà costretto ad andare a Berlino, allora divisa tra Berlino Est e Berlino Ovest, in quanto lo scambio sarebbe dovuto essere effettuato sul così detto "Ponte delle Spie"; ed è proprio qui che l'umanità del protagonista viene fuori al cento percento.
Ho apprezzato tantissimo come è stato reso sullo schermo, ovvero un personaggio semplice ma di larghe vedute; un uomo che pensa soltanto a svolgere al meglio il proprio lavoro al fine di evitare che vengano condannate persone innocenti o di cui non si hanno prove assolute di colpevolezza, un uomo che non si risparmia di essere ironico e che esprime per tutta la seconda parte del film, solo il desiderio di tornare a casa perché si è beccato un raffreddore, un uomo stanco di una guerra inutile come la guerra fredda e disposto a tutto pur di frenare almeno dove gli è possibile, quell'odio e quella violenza immotivata.
"Ogni persona merita una difesa. Ogni persona è importante"
E sempre per rimanere in tema "umanità", ho amato anche la scena finale, ovvero quando Donovan torna finalmente a casa e, distrutto e stanco, si fionda sul letto vestito e finalmente si addormenta.
Il premio che più di tutti aveva agognato.
Eleonora Giovannini ©
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