venerdì 10 ottobre 2014

Ulisse e il Dottore, due facce della stessa medaglia.

Durante una lezione di storia del teatro all'università, siamo entrati in argomento Dante, Ulisse e Divina Commedia.
Il nostro professore ci stava chiedendo, come mai Dante avesse collocato l'eroe dell'Odissea, uomo dotato di grande magnanimità, nell'ottava cerchia dell'inferno. Riflettendo sulle caratteristiche di questo personaggio mitologico, mi è sorto spontaneo fare un collegamento con il Dottore, protagonista della celebre serie tv della BBC, "Doctor Who".
Ho iniziato a vagare con la mente per altri lidi, e più ci pensavo, e più mi rendevo conto che entrambi hanno un sacco di punti in comune, arrivando alla conclusione che, se Dante fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe collocato anche il Dottore nell'ottavo cerchio infernale.
Vi spiego perché.

Entrambi sono innamorati di tutto ciò che è umano, entrambi sono curiosi come bambini nonostante le loro venerande età, e sono spinti verso la ricerca delle loro ossessioni. Sono lontani da casa ma profondamente legati al luogo natio, nel quale sembra sia quasi destino non debbano tornare. Gallifrey da una parte, Itaca dall'altra.
Uomini caratterizzati da grande dolcezza, ma allo stesso tempo di rabbia. Sinceri e menzogneri.
Ulisse, come il Dottore, sarà amato da numerose figure femminili e non solo, entrambi incarnano un esempio vivente di persona invincibile, che, anche senza l'uso della violenza ma facendo fede solo alla propria intelligenza, riescono ad uscire indenni da molteplici situazioni più che spiacevoli.

Tornando alla domanda iniziale, ovvero il perché Dante collocherebbe entrambi nell'inferno, la risposta è da ricercare nel fatto che tutti e due sono spinti da un'eccessiva sete di conoscenza, che li porterà a sacrificare gli affetti. Un aspetto che, se esasperato, porta a gravi conseguenze. Sfidare le leggi del tempo, cambiarlo, modificarlo, piegarlo, è pressoché uguale a spingersi verso le colonne d'Ercole, mettendo a rischio i propri compagni di avventura, facendo di Ulisse un consigliere fraudolento, istigandoli a seguirlo (come del resto il Dottore stesso farà nelle proprie avventure con le sue compagne).
Non sono uomini fatti per restare. Tendono ad allargare illimitatamente i confini del conoscere, sono quasi impossibilitati per natura a fermarsi, esplorando i mari con immense navi l'uno, attraversando il tempo e lo spazio a bordo di una cabina blu, l'altro. E' quello che Ulisse dirà nel canto dell'inferno.


"O frati", dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente, 
a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanete
non vogliate negar l'esperienza, 
di retro al sol, del mondo senza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste per viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".

(vv.112-120) 


Innumerevoli volti si celano dietro il Dottore ed Ulisse, proprio quest'ultimo porta il nome della sua innata indole: Odisseo. Considerato per generazioni e generazioni, una leggenda, che tutti davano per morto dopo la guerra di Troia, ma in realtà più vivo che mai.
Tutto ciò ci porta alla fine, ad un'unica domanda.
Ulisse chi?
Il Dottore chi?

Eleonora Giovannini ©



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