Sarà difficile trovare le parole adatte per quella che definirei "un'opera del piccolo schermo", ma ci proverò. Breaking Bad è forse una delle poche serie che ha messo d'accordo sia critica che pubblico, portandosi a casa Emmy Awards e Golden Globe come se non ci fosse un domani, e ciò è assai raro per una serie concepita per la tv.
Tuttavia a ben guardare, Breaking Bad è allo stesso tempo un telefilm atipico e non convenzionale, dal momento che vanta di un forte realismo e sdogana i canoni comuni dei precetti televisivi.
La trama
La storia narra le vicende di un comune cittadino americano, Walter White, che, alla soglia dei suoi cinquant'anni, scopre di avere un cancro ai polmoni. Di colpo, la sua vita gli pare priva di senso, egli si rende conto che non ha mai vissuto come avrebbe voluto, preda di una latente insoddisfazione che sarà costretto a trascinarsi nella tomba.
Decide così, all'inizio per necessità, ma poi per auto affermarsi e sentirsi realmente vivo, di mettere in piedi un monopolio della droga sfruttando le sue conoscenze di professore di chimica, "cucinando" e spacciando metanfetamina. Con lui ci sarà Jesse Pinkman, suo ex alunno tossico dipendente e anch'egli spacciatore.
Nonostante sia una serie tv, e quindi composta da singoli episodi, la storia ci appare un vero e proprio climax, essi sono strettamente legati l'uno all'altro, tanto che viene meno il concetto stesso di "episodio" come avviene nei più comuni telefilm.
Ogni personaggio, di media o grande importanza, ha la propria collocazione specifica all'interno della storia, ognuno di essi è fondamentale per dare il senso totale della trama ed è estremamente funzionale; viene spontaneo il paragone con un grande puzzle, in cui ogni tassello deve stare in quel determinato posto per formare il quadro completo.
Il protagonista, Walter è forse uno dei più interessanti e meglio riusciti nella storia delle serie tv, la particolarità sta senza dubbio nel fatto che per la prima volta in assoluto, si sia voluto incentrare una storia su un personaggio che non è una sorta di anti eroe, ma un vero e proprio antagonista. Per la prima volta hanno dato lustro al "cattivo" facendolo diventare non solo una sorta di punto di riferimento per il pubblico, ma anche motivo di ammirazione e sdegno allo stesso tempo.
Ho riflettuto a lungo riguardo la sua figura, all'inizio trovavo difficile credere che potesse esistere un personaggio come Walter proprio perché ero sempre stata abituata ad un altro genere di telefilm, in cui di norma il protagonista si identifica nel ruolo del "buono"; tuttavia, appena ho compreso il vero scopo di Vince Gilligan, ho trovato questo suo espediente, fantasticamente geniale. Forse è proprio qui che noi stessi possiamo realmente comprendere quanto determinate azioni siano sbagliate, ce lo fanno capire perché il protagonista stesso le vive e ne è completamente preda. Credo che chiunque abbia visto questo telefilm, sia arrivato ad altissimi picchi di riflessione e presa di coscienza; non solo, ma credo anche che facendo diventare un antagonista, protagonista, abbia portato gli spettatori a ragionare in un'ottica differente, interrogandosi sul perché e che cosa spinge un uomo normale come Walter a diventare un vero e proprio criminale.
Il cancro, il non sentirsi adeguato al mondo e la sua improvvisa voglia di riscatto, saranno i motivi che faranno di Walter White un uomo malvagio, che raramente agisce per necessità o semplice avidità, dietro i suoi gesti c'è, paradossalmente, uno scopo "alto".
Pur non essendo un tossico dipendente, è comunque drogato dal suo mestiere di "cuoco", l'unico che sia riuscito a dare un senso alla propria esistenza, a farlo sentire realmente vivo e potente proprio quando è cosciente di stare per morire e sa che non avrà mai alcun potere di fermare la morte. Inganni, bugie, violenza e rabbia si sostituiscono a quella che un tempo era la sua mite personalità di professore e cittadino comune.
Walter White e Breaking Bad ci mostrano la discesa nella perdizione di un uomo come ce ne sono tanti al mondo, ci mostrano chiaramente che fatti del genere sono tutt'altro che fittizi ma del tutto possibili.
Anche gli altri personaggi, come la moglie Skyler, il figlio Walter Jr., il cognato Hank e la cognata Marie, l'avvocato Saul Goodman, il nemico/amico Jesse Pinkman e molti altri, sono tutti caratterizzati da una forte introspezione psicologica che li rende straordinariamente umani, veri, reali.
Sarà impossibile non affezionarsi, o perché no odiare, qualcuno di loro.
Nessuna scena è lasciata al caso, e, come ho precedentemente accennato, è studiata in ogni minimo dettaglio; alcune in particolare sono terribilmente violente, quanto vere, nessuno viene risparmiato se è stato deciso che deve morire, nessuno viene fatto morire se è stato deciso che deve essere salvato.
Episodi sorprendentemente cruenti si alternano a picchi drammatici, ma anche sarcastici/ironici (vedi il personaggio dell'avvocato Goodman).
Per finire, non ritengo di esagerare quando affermo che sia una delle migliori, se non la migliore, serie tv di tutti i tempi e che davvero, dopo Breaking Bad, sarà difficile trovarne un'altra che sappia coinvolgere e conquistare alla stessa maniera, in quanto a stile e ricercatezza.
Eleonora Giovannini ©
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