venerdì 21 agosto 2015

La mafia uccide solo d'estate

Purtroppo sono costretta ad ammettere, che la molla che mi ha fatto scattare questa recensione, sono stati i funerali del mafioso Casamonica. Oltre la rabbia, ho provato tantissimi sentimenti di disgusto, in particolare verso gli esseri viscidi che abitano il nostro meraviglioso Paese; perché se è vero che tanti hanno reagito con indignazione a questa notizia, ce ne sono stati altrettanti a cui non ha fatto né caldo né freddo, facendo dell'ignoranza e dell'omertà il loro potente scudo.
Per questo mi trovo qui, forse nessuno leggerà questo post, forse a nessuno importerà il mio parere a riguardo, però è proprio questo il punto, se tutti noi, io in primis, stessimo in silenzio, non potrà cambiare niente. La parola è la chiave. Senza la parola siamo morti.

Ed è proprio questo uno dei temi conduttori del bellissimo film di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif), "La mafia uccide solo d'estate" (2013): la voce. Una voce sembra che gli abitanti della Palermo degli anni '80 abbiano dimenticato.
La storia viene raccontata attraverso i ricordi d'infanzia del giovane Arturo, che si trova a dover vivere una realtà paradossalmente ambivalente, divisa tra la normale quotidianità e le numerose stragi mafiose di quel periodo. Il piccolo protagonista, a cui dovrebbe essere insegnato cosa sia la criminalità organizzata, dagli insegnanti, dai genitori, si trova invece davanti ad una multiforme omertà che lo condizionerà per gran parte della sua giovinezza.

"Arturo: Ma la mafia ucciderà anche noi?

Padre: Tranquillo, ora siamo d'inverno. 
La mafia uccide solo d'estate"


Sarà solo grazie alla sua umanità, alla preziosa amicizia con un giovane giornalista, e al proprio senso civile che Arturo troverà le risposte giuste a tutte quelle domande che si era posto da piccolo. 

Il film è una commedia drammatica che, grazie ad una forte ironia e ad avvenimenti paradossali, riesce a farci capire perfettamente come la mafia in realtà non coinvolga solo una cerchia ristretta di persone, ma anche chiunque ignori volutamente la sua esistenza e i suoi oscuri fatti. 

Arturo vuole essere un po' il simbolo di tutto quei giornalisti e attivisti siciliani che sono riusciti ad uscire da questo sistema corrotto a favore della verità, verità di cui molti di loro purtroppo sono diventati vittima.
"La mafia uccide solo d'estate" è senza ombra di dubbio un grande film, poiché sa affrontare un tema così ostico e svariatamente trattato, in modo originale e sarcastico; pur mantenendo una forte drammaticità, riesce però a farci scappare diverse risate, cosa che ritengo di grande importanza. 

Se avete amato "Il Testimone" e Pif stesso, non potrete non amare anche questa pellicola, sia per come vengono affrontati gli argomenti, sia per come è stata realizzata (regia, fotografia, musiche, montaggio). Inoltre vi ricordo che si è aggiudicata due David di Donatello e due Nastri d'Argento lo scorso 2014.



“Quando sono diventato padre ho capito due cose
la prima che avrei dovuto difendere mio figlio dalla malvagità del mondo
la seconda che avrei dovuto insegnargli a distinguerla.


Eleonora Giovannini ©




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