In
qualsiasi storia che si rispetti, ritengo che il ruolo dell'antagonista
sia sempre più interessante rispetto al ruolo del "buono", questo
perché, chi sceglie la via della bontà, ha in dono una grande forza di
volontà e dei sani principi. Diciamoci la verità, alla fine è più facile
essere cattivi che buoni. E' da qui che è partito il mio spunto di riflessione di stasera, decidendo così di analizzare due cattivi per
eccellenza appartenenti a due saghe di straordinaria grandezza: Lord
Voldermort di Harry Potter e Dart Fener di Star Wars.
La prima cosa da tenere bene in mente, è che i cattivi non agiscono
senza che ci sia qualcosa che li spinga a fare del male; in breve,
ognuno di loro ha alle spalle dolore e sofferenza, non uccidono solo per
il gusto di farlo. Esempio lampante è appunto Lord Voldemort. Mi ha
sempre affascinato la storia di questo personaggio; Tom Riddle, alias
Voldemort, è infatti nato dall'unione di una strega e un babbano (uomo
senza poteri magici), fin qui potrebbe essere tutto normale se non che,
la madre di Tom aveva utilizzato un filtro d'amore per farsi notare agli
occhi del giovane Riddle, non c'è stato nessun sentimento reciproco ma
solo unilaterale. E' per questo che Voldemort, nato sotto il filtro
d'amore, non sarà mai in grado di amare. Le pozioni non sono capaci di
creare l'amore vero, ma solo una potente infatuazione. Ed è anche per
questo che, con il tempo, Voldemort proverà disprezzo per i nati babbani
e per i babbani stessi, perché suo padre oltre al fatto di non essere
mai venuto a sapere della sua esistenza, non ha mai amato sua madre,
lasciandola morire nel proprio dolore. Non c'è da stupirsi, quindi, se
egli volesse poi distruggere tutti i babbani, pur essendo lui stesso un
mezzosangue. Fin da bambino lui disprezzava l'essere umano in genere,
rinchiuso in un orfanotrofio e privo di qualsiasi rapporto umano, egli
non esita a confessare i suoi primi furti e le sue cattiverie nei
confronti degli altri orfani presenti nell'istituto. Egli non rinnegherà
mai la sua natura e il suo ruolo di malvagio nel corso della saga.
Passiamo ora a Dart Fener, il cattivo che rimarrà sempre impresso nella
storia del cinema mondiale ma anche nelle nostre vite. Egli, a
differenza di Voldemort, non è nato cattivo, anzi, ha ricevuto tutto
l'amore possibile dalla madre, dalla regina Padmé con cui poi si legherà
sentimentalmente e dai maestri Jedi che lo prenderanno in custodia (in
particolare il maestro Kenobi, suo diretto discepolo). Perché allora il
giovane Anakin Skywalker decide di distruggere la sua anima buona?
Possiamo riscontrare le radici della sua scelta anche nell'infanzia, in
quanto lui e sua madre erano schiavi, sua madre fu poi brutalmente
uccisa senza che lui fosse riuscito a salvarla. Inoltre, crescendo, non
si sente compreso da nessuno, nemmeno da chi più ama. Lui si sente
forte, invincibile e pronto a vendicare sua madre e, paradossalmente, a
salvare dalla morte la moglie Padmé per cui lui stesso darebbe la vita.
Secondo il suo distorto punto di vista, egli ritiene che passare al lato
oscuro e conoscerne la propria forza, sia l'unico modo per non
perderla. Sembrerebbe uno strambo gesto d'amore, ma purtroppo è proprio
l'amore che rinnega, lui stesso dirà a Padmé: "L'amore non ti salverà!".
A differenza di Voldemort, Dart Fener non ha un animo malvagio, bensì
ha compiuto una scelta fatale. Questo è evidente non solo prima che
diventi cattivo (vivendo in eterno conflitto con se stesso dal momento
che in lui albergano odio e rabbia, sentimenti non conformi a un Jedi)
ma anche subito dopo la sua trasformazione, infatti appena salvato da
ormai morte certa, il suo primo pensiero va alla sua amata e il dolore
lo sopraffà quando viene a sapere che lui stesso l'ha uccisa, con la sua
ira. E' qui che Anakin soffoca definitivamente la sua anima di uomo
buono: la sua unica ragione di vita è morta, non ha più senso anche solo
il pensiero di cambiare idea. Tutti i suoi "buoni propositi" vengono
meno fin quando non si troverà a lottare faccia a faccia con suo figlio
Luke, frutto dell'amore suo e di Padmé. Sarà qui che egli si trasformerà
per l'ennesima volta, mostrando a uno spettatore incredulo, che l'amore
è la forza più potente che esista. Salvando Luke, salva anche se
stesso, confermando il pensiero di Padmé secondo la quale in lui c'è
sempre stato del buono.
Prima di chiudere questa mia riflessione utile quanto un soldo bucato,
vorrei soffermarmi anche sul ruolo che hanno svolto le due guide dei
cattivi in questione: Silente per il primo, Obi-Wan Kenobi per il
secondo. Entrambi buoni, entrambi guide spirituali, entrambi
fallimentari nel compito di portare alla salvezza i propri adepti. Tutti
e due avrebbero avuto la possibilità di scampare al male, ma nessuno di
loro c'è riuscito. Perché? Beh, la risposta più ovvia è che,
naturalmente, in qualsiasi storia che si rispetti il cattivo ci deve
essere, altrimenti ci faremmo delle belle dormite sul divano o getteremo
un libro tra i rifiuti; la seconda risposta è che non lo so. Non so
perché le persone buone non riescano quasi mai a salvare le persone dal
male. Forse perché Tom e Anakin le vedevano come un ostacolo alla
realizzazione di se stessi. Se non altro in tutto questo c'è una
metafora, forse tra le più scontate e banali, ma non meno significativa
per la nostra esistenza, ovvero: all you need is love, tutto ciò di cui
hai bisogno è l'amore.
Eleonora Giovannini ©
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