E' una pellicola che, a parer mio, è stata molto sottovalutata in Italia, mentre ritengo che sia una tra le più gradevoli e significative in assoluto; inoltre il protagonista, Will, è qui interpretato da uno Hugh Grant eccezionale.
La trama è apparentemente semplice, tanto che corre il rischio di risultare banale, in realtà è molto, ma molto di più.
Will, ormai trentottenne disilluso, trascorre le sue giornate davanti al televisore, cambiando fidanzate come ci si potrebbe cambiare mutande, incurante del tempo che gli scivola via dalle dita senza che lui abbia dato un senso dignitoso alla propria esistenza. Non ha mai avuto un lavoro, campa da sempre di rendita guadagnando sui diritti d'autore di una canzone natalizia composta da suo padre che, tra l'altro, non sopporta.
E' un personaggio cinico, pieno di sé, fermamente convinto che "ogni uomo è un'isola", per cui ognuno di noi è condannato alla solitudine. Uno dei suoi passatempi preferiti, si rivela quello di frequentare le riunioni di un centro sociale dove, fingendosi un padre single, spera di attirare l'attenzione verso delle nuove prede. Tuttavia, il suo piano dovrà fare i conti con Marcus, un ragazzino di dodici anni, figlio di una signora hippy, depressa e decisamente non attraente. Recandosi ogni giorno, con insistenza, a casa di Will, tra loro si creerà un bellissimo rapporto di amicizia, nel quale entrambi sapranno insegnare all'altro come affrontare le proprie paure.
Nel caso di Marcus, quella dei bulli che lo prendono in giro per il modo di vestirsi e pettinarsi; mentre nel caso di Will, quella di legarsi sentimentalmente a qualcuno.
Una delle cose interessanti del film, secondo il mio punto di vista, risiede nella psicologia dei protagonisti; è come se le loro mentalità fossero invertite in riferimento all'età di ciascuno dei due.
Will, che dovrebbe essere un adulto maturo, responsabile e autocritico, in realtà ci appare come un quindicenne superficiale e insolente; al contrario Marcus, dal quale ci aspetteremmo comportamenti infantili, è una vera e propria guida per Will, e si rivela essere più adulto di quest'ultimo.
Pur essendo una commedia, la pellicola affronta temi piuttosto seri (come il bullismo, la depressione, il suicidio), anche se non manca di momenti estremamente esilaranti, quanto toccanti; il tutto risulterà bilanciato in modo tale da rendere la storia veramente piacevole.
Bella anche la colonna sonora, firmata dal gruppo Badly Drawn Boy, in particolare la canzone "Something to talk about".
Eleonora Giovannini ©
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