domenica 26 aprile 2015

Coraline e la porta magica

Diretto da Henry Selick (lo stesso regista di "Nightmare before Christmas"), "Coraline e la porta magica" è un film d'animazione realizzato in stop-motion, uscito nelle sale nel 2009. La storia è tratta dal libro di Neil Gaiman, uscito nel 2002.
Premettendo che non ho avuto occasione di leggere il libro, mi baserò soltanto sul film in questione.

Pur essendo una storia così detta "per bambini", a parer mio è molto tetra, così come ci è stato mostrato nella pellicola stessa. Sia le scene, che le ambientazioni sinistre, i personaggi e le vicende che si susseguono nel corso della trama sono a dir poco inquietanti e ti lasciano inevitabilmente addosso un senso di paura e angoscia.
Tuttavia, ritengo che questo film sia senza dubbio un'ottima commedia horror per iniziare proprio i bambini a questo genere, non solo, ma racchiude in sé diversi elementi formativi che ho apprezzato moltissimo e che ogni bambino dovrebbe vedere.

La protagonista, Coraline, si è appena trasferita in una casa nuova, immersa in aperta campagna; i suoi vicini di casa sono alquanto bizzarri: due anziane attrici amanti dei cani e un vecchio signore che sogna di avere un circo di topi. La bambina si mostra fin da subito avversa a questo luogo, dal momento che non c'è mai niente di interessante da fare, lei si definisce spesso una grande esploratrice, ma non riesce ad avere gli stimoli giusti per divertirsi. Inoltre, i suoi genitori sono impegnati tutti il giorno per lavoro, stanno al computer quasi ventiquattro ore su ventiquattro, non curandosi minimamente di passare del tempo ludico insieme a lei.
Un giorno, quando Coraline fa notare al padre il suo malessere, lui le consiglia di contare tutte le cose blu che ci sono in casa e il numero delle porte presenti. La bambina coglie al volo quell'occasione e si mette ad esplorare casa da cima a fondo; in modo assai curioso viene a conoscenza di una piccola porticina alta circa un metro, situata in salotto, che però una volta aperta si scopre essere murata. Durante la notte, Coraline viene svegliata da due topolini che la conducono nuovamente di fronte a quella porticina che, stavolta, si scopre condurre in un'altra dimensione, una sorta di mondo riflesso, un mondo parallelo in cui tutto è esattamente come nella realtà, ma più bello.
In questa dimensione i genitori della bambina sono presenti, premurosi, la riempiono di giochi, di dolci e di affetto; è un mondo pieno di colori in cui ognuno ha ed è ciò che più desidera. Le anziane attrici recitano come avevano fatto in passato, il vecchio signore ha realmente un circo in cui fa esibire dei topi ballerini.
Coraline verrà così inevitabilmente attratta da tutta questa magia che riesce a toccare con mano, una realtà che avrebbe sempre voluto avere. Ma come ci hanno sempre insegnato, non è tutto oro quello che luccica, e ben presto la protagonista si ritroverà a lottare nel vero senso della parola, contro una "altra madre" che vorrebbe cucire sugli occhi di lei, due bottoni neri. I bottoni neri sono una sorta di metafora per affermare la mancanza di volontà di ogni persona presente in quel mondo fittizio, essendo tutte marionette di quella madre.
L'amore che inizialmente vuole farci credere che questa donna provi, è in realtà desiderio di possessione, di incatenamento, forse rappresenta l'amore possessivo che certi genitori riservano ai figli in maniera completamente distorta. Credendoli felici nel riempirli di doni e dolci, in realtà sono intrappolati in una vera e propria realtà che li rende schiavi.

Questo per insegnarci che quello che è più bello, non sempre è quello più giusto per noi.


Eleonora Giovannini ©



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